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simo e si mostrarono con il proprio
corpo. Quella
che le
capeggiava, e che era venuta già prima, disse:
«Noi siamo figlie di dèi. Abbiamo fede in te e siamo venute a
chiederti insegnamenti». In risposta alla loro richiesta, il
Getsün intonò questo canto:
2
Lama, nobile maestro, meraviglioso
[corpo di]
emanazione,
non diminuire la tua compassione, continua a benedirmi!
Voi,
che creando una magia in accordo con il dharma
vi mostrate nel corpo di colombe
blu,
voi, otto incantevoli figlie di
divinità!
Se
volete praticare il bianco dharma
sublime,
vi prego di tenere a mente il significato di questo
canto.
In
generale, la felicità di questo mondo,
per quanto dolce, presto
svanirà.
In
particolare, il bell’aspetto delle nobildonne,
anche se sembra
eccelso, non è qualcosa su cui fare
affidamento.
Un
coniuge, in questo samsara
pieno
di sofferenze,
anche se sembra
allettante, accresce la sofferenza.
Un rampollo di buona
famiglia,
quando non ha
potere, patisce molto.
Il discepolo di un buon Lama,
se
la sua condotta è cattiva, ricade nel samsara.
Dee dall’apparenza di
colombe,
anche
se chiedete il santo dharma,
aver fiducia è arduo.
Comunque,
se [pensate di] praticare il santo dharma
le qualità di questo mondo
vanno certamente viste come manchevoli,
mentre le circostanze avverse che occorrono nella vita
vanno considerate d’aiuto per il
risveglio.
Per me le circostanze avverse sono motivo di
gratitudine. Cercate di considerarle allo stesso modo anche
voi!
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Cantò
così, e le dee dissero: «Faremo così!». Sorridendo, si
prosternarono e gli girarono intorno.
«Perché avete assunto l’aspetto di
colombe?» domandò il Getsün.
Esse
risposero:
«Noi, con occhi
divini, abbiamo visto che tu non sei
minimamente attaccato a questa vita e ai tuoi interessi personali
e che, per realizzare il risveglio per il bene altrui, dopo
avere abbandonato ogni distrazione, [vivi] in solitudine
continuamente assorto nella meditazione. Per questo abbiamo fede in
te e siamo venute a chiederti insegnamenti. Abbiamo fatto
ricorso a una magia per nascondere il nostro corpo agli
uomini viziosi. Ora ti preghiamo di venire nel mondo
divino a dare insegnamenti».
«Ho passato tutta la vita nel mondo degli uomini
facendo il bene degli
esseri,» replicò il Getsün
«inoltre il mondo divino non ha nulla di
particola-
re: quindi non è
necessario. Anche se mi recassi nel
mondo divino, non c’è nulla in più di quanto ci sia qui.
Voi, praticate in questo modo!» disse, e cantò:
3
M’inchino ai piedi di Marpa di
Lodrak.
Al padre Lama chiedo la benedizione e la
realizzazione.
Voi, graziose otto fanciulle divine!
il vostro riso bianco ha il pregio di essere un cibo
per la concentrazione
meditativa:
con il corpo
ristorato, ho fatto progressi nella pratica
spirituale.
Per
gratitudine, vi vengo incontro con il dharma.
tendete le orecchie e tenete a
mente!
Il trono degli dèi
bianchi,
per quanto sia
desiderabile, è privo di sostanza.
L’affetto delle giovani figlie divine,
per quanto
piacevole, presto svanirà.
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